Omraam Mikhael Aivanhov – maestro spirituale e di meditazione – nacque il 31 gennaio 1900 a Serbzy, in una famiglia povera di un piccolo villaggio della Macedonia ai piedi della Babouna Planina. Il suo nome originario è Michael Ivanoff.
L’ambiente nel quale trascorre la sua infanzia è estremamente difficile in quanto la Macedonia, dominata dagli ottomani, è afflitta da continue lotte condotte dai popoli vicini. Anche le condizioni famigliari sono difficili. Ancora bambino, Mikhaël ha una forte attrazione per i libri spirituali dei quali viene in possesso fin da bambino: il Vangelo di S.Giovanni, il Libro dei Proverbi di Salomone, la Genesi. Gesù rappresenta una grande fonte di ispirazione per i suoi pensieri e i suoi sentimenti.
Diventa un frequentatore assiduo delle biblioteche presso le quali trova, malgrado le difficoltà socio-politiche della Bulgaria, i classici di tutte le grandi religioni… legge tra gli altri, i libri di Steiner, della Blavatsky, di Spinoza e Paracelso.
All’eta di 13 anni scopre, tramite la lettura di alcuni libri, il Budda, i Maestri induisti, le tecniche yoga di respirazione di Ramacharaka sulle quali si concentra in modo particolarmente assiduo.
Aïvanhov già da bambino è animato da uno straordinario desiderio di perfezionamento, da un ideale elevato di aiutare l’umanità, e da un bisogno profondo di raggiungere la piena conoscenza delle cose e ciò lo induce a dedicare molto tempo alle letture e agli esercizi spirituali.
E’ attratto fortemente dalla ricerca concreta del mondo spirituale e delle facoltà nascoste dell’uomo. Sperimenta le tecniche di concentrazione, la forza del pensiero, il contatto interiore con il mondo invisibile, studia la luce, i suoi effetti sul prisma e i colori che ne derivano.
Una straordinaria intuizione quindi gli consente di cogliere e presagire i legami tra i fenomeni fisici e quelli spirituali. Ma è ancora troppo giovane. Dirà in una conferenza “… mi ero lanciato perdutatamente in certi esercizi di yoga, di respirazione, di concentrazione erano notti e giorni di studio, di digiuno, di meditazione”.
Questa esperienza che Aïvanhov ha vissuto in modo cosi intenso nell’età giovanile, in realtà, sotto forme più tenui, si verifica per tutti gli uomini. Tutti noi, infatti, ci troviamo di fronte a delle scelte, siamo indotti nella vita a compiere scelte di valori e talvolta non ne siamo consapevoli e ne sottovalutiamo le conseguenze.” Il Creatore ha lasciato la sua creatura libera; tocca quindi a lei capire la direzione da seguire per svilupparsi veramente. Mi chiederete: “Perché? Non sarebbe meglio che Dio si imponesse agli esseri umani e dettasse loro la condotta da seguire?” No, sono loro che devono impegnarsi per capire dov’è che risiede realmente il loro interesse; è compito loro rendersi conto del perché è meglio prendere una direzione o fare una scelta piuttosto che un’altra. Bisogna che ne siano veramente convinti. Cosa guadagnerebbero veramente se fossero spinti, contro la loro volontà, sul cammino del bene e della luce? Molto poco, e dovrebbero ogni volta ricominciare tutto daccapo. Il Creatore e gli spiriti celesti lasciano perciò libero l’uomo poiché sta a lui capire e sentire quale sia la strada migliore per sé”.
Aivanhov sulle religioni
«Una religione è semplicemente una forma che lo spirito divino prende per manifestarsi. Ora, nessuna forma può rimanere immutata. Il cristianesimo – che è nato nel Medio Oriente – ha ricevuto sin dall’inizio certi elementi delle culture greca e latina; questi elementi si sono aggiunti a quelli ereditati dalla religione ebraica, che a sua volta era stata influenzata dalle religioni dei paesi limitrofi: Egitto, Mesopotamia ecc. Una religione non nasce mai dal nulla: riceve certi elementi da religioni anteriori, ed essa stessa si trasforma via via che si diffonde lontano dal suo luogo d’origine.
Benché conservino e studino sempre gli stessi testi sacri, c’è una distanza sempre più grande fra ciò che le persone leggono e il modo in cui comprendono e percepiscono quei testi. L’evoluzione è la legge della vita, per questo non è ragionevole accanirsi a perpetuare la forma di una religione, qualunque essa sia. Occorre solo vegliare a che sia sempre vivificata dallo spirito.»
«È giunto il momento che i credenti di tutte le religioni smettano di scontrarsi brandendo i propri Libri sacri come i soli ed unici depositari della parola di Dio. Perché questo è falso, sì, falso e ridicolo, e la vera fede non trae alcun vantaggio da queste dispute. Perché continuare a raccontare ai credenti di tutte le religioni che è Dio stesso ad aver parlato ai profeti, e che i testi cosiddetti “sacri” contengono unicamente delle verità eterne? Tutti i Libri sacri ancora non sono che briciole, copie incomplete e imperfette dell’unico grande Libro veramente scritto da Dio: l’Universo; il che sottintende anche l’essere umano, creato a immagine dell’Universo. Alcuni grideranno al sacrilegio, all’eresia. Ebbene, gridino pure a tutto ciò che vogliono. Soltanto gli ignoranti possono sentirsi indignati, perché non sanno come il Creatore ha pensato l’Universo e l’uomo. Benché ispirati dal Cielo – ed è certo che essi siano stati ispirati dal Cielo – i Libri sacri non contengono unicamente delle verità irrefutabili e definitive.»
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– Aivanhov (macrolibrarsi)
– Aivanhov su Wikipedia
– Prosveta pubblica le opere d’Aivanhov