«A parte le ovvie dualità, come uomo e donna, bianco e nero, c’è una dualità psicologica interna tra osservatore e osservato, tra l’entità che esperisce e la cosa esperita. In questa divisione, in cui sono coinvolti il tempo e lo spazio, avviene l’intero processo del conflitto, lo potete osservare in voi stessi. Siete violenti, questo è un fatto, e avete anche il concetto ideologico della nonviolenza, perciò c’è dualità.
Ora, l’osservatore dice: “Devo diventare nonviolento” e il tentativo di diventare nonviolento è conflitto, che è uno spreco di energia. Invece, se l’osservatore è completamente consapevole di quella violenza, senza il concetto ideologico della nonviolenza, allora sarà in grado di affrontarla immediatamente. Ognuno deve osservare questo processo dualistico mentre accade dentro di sé, questa divisione tra “Io” e “non-Io”, tra osservatore e osservato. (questo genere di osservazione è proprio ciò che si definisce meditazione – ndr)»
(Da: Krishnamurti, Talks with American Students, p 111)
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– https://it.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti
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