Quando siete seriamente intenzionati a trovare la tranquillità nella vostra meditazione, potete cercare il posto più tranquillo e remoto, dove non verrete a contatto con il benché minimo suono o visione, dove non c’è assolutamente nulla che vi disturbi.
In quei luoghi, la mente si calma perché non c’è nulla a provocarla. E quando avete questa esperienza, esaminate la mente per vedere quanta forza ha quando uscite da quel luogo, e ricominciate ad avere esperienza del contatto sensoriale, osservate come diventate compiaciuti o dispiaciuti, provate appagamento o repulsione, e come la mente si turba. E capirete che questo tipo di tranquillità non è reale. Qualunque cosa accada nel vostro campo di esperienza, è semplicemente ciò che è. Quando qualcosa da piacere, decidiamo che è buona, e quando qualcosa da dispiacere, diciamo che non è buona. Questa è solo la nostra mente discriminante, che da dei significati agli oggetti esterni. Comprendendo ciò, avremo una base per investigare queste cose e vederle così come sono veramente. Quando c’è tranquillità nella meditazione, non c’è bisogno di pensare molto. Questa sensibilità ha una certa capacità di conoscere, che ha origine nella mente tranquilla.
– https://it.wikipedia.org/wiki/Ajahn_Chah
– Da: Il Dhamma va ad Occidente del venerabile Ajahn Chah
© Ass. Santacittarama, 2003. Tutti i diritti sono riservati.
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Traduzione di Sara Bellettato.
(Seattle, USA, 1979: conversazione con un ex-monaco)