[ … ] è un gran sollievo quando si accetta la situazione cosi com’è (in senso lato, ossia spirituale, quindi meditativo, ovviamente – ndr), anche se non è particolarmente piacevole; perché l’unica vera infelicità è nel non volere che le cose stiano come stanno.
Che le cose vadano bene o no, se noi non accettiamo la situazione cosi com’è, si avrà come risultato che la mente creerà una qualche forma d’infelicità. Per cui, se siete attaccati alle cose che filano lisce, comincerete a preoccuparvi di quando non andranno più cosi bene, anche se in quel momento non ci sono problemi. Ho appena notato questo atteggiamento nelle piccole cose, come quando c’è il sole e uno è tutto felice, e subito dopo pensa: “Però il sole potrebbe andarsene da un momento all’altro!”
Non appena mi sono attaccato a una percezione, e ad esempio sono contento perché splende il sole, ecco che arriva il pensiero sgradevole che probabilmente non durerà. A qualunque cosa vi attacchiate, essa porterà con se il suo opposto. E a quel punto, quando le cose non andranno troppo bene, la mente tenderà a pensare: “Voglio che vadano meglio di così”. Per cui, dovunque c’e la morsa del desiderio, ecco che spunta la sofferenza.
(Da: Ajahn Sumedho – Così com’è)
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– https://it.wikipedia.org/wiki/Ajahn_Sumedho