2 Risposte

  1. Claudio vestrini ha detto:

    Ho letto molto sull’Advaita. il messaggio è cosi semplice che si rischia di non coglierne l’ovvietà. Provo a riassumerlo con un linguaggio accessibile.
    C’è un unica sostanza, lo spirito eterno. Questo spirito eternamente “è” ma non si auto percepisce. Per percepirsi infatti bisogna essere almeno in due, c’è bisogno di un soggetto che vede un oggetto. Allora lo spirito si organizza in mille forme viventi e dotate di sensi tra le quali l’uomo. Perchè lo fa? Per potersi percepire, conoscersi e fare esperienza, tramite queste forme viventi, di se stesso. Un esempio: L’uomo mentre vive, esperisce il cane che esperisce la capra, che esperisce la rondine. E’ tutta un illusione perchè alla fin fine è lo spirito che vede se stesso tramite gli occhi e gli altri sensi, delle forme viventi che crea. Compreso? Spero di si!
    Adesso però viene il bello. In tutto questo gioco apparente di forme che si vedono a vicenda, si genera un grave inconveniente. Le forme si prendono sul serio e dimenticandosi di essere solo oggetti nelle mani dello spirito, si credono indipendenti ed autonome. In particolare l’uomo si crede indipendente e a se stante, si sente separato e per questo si pone degli scopi, lotta per obiettivi propri e soffre nella vita per ciò che non gli va bene. L’Advaita afferma che per smettere di soffrire si debba uscire dall’illusione di essere soggetti a se stanti, riconoscere la verità di un unico spirito e uscire dalll’inghippo. Nel momento in cui ci si renderà conto di essere solo una forma che lo spirito si è data, scomparirà la soggettività e la sofferenza individuale che a lei si lega. Avendo compreso che egli stesso è in realtà spirito eterno, l’uomo tornerà al vero Se.

  2. redazione ha detto:

    E’ espresso in modo molto chiaro, e utile, grazie!

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